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I giochi

Il gioco delle carte è iniziato con accanite partite di scopone che vedevano impegnati le coppie Sternai e Scarduelli – donne contro uomini naturalmente – accompagnati da un pubblico assiduo, costituito prima dal solo Franco Lanzoni al quale in seguito si è aggiunto il suocero di Lori. Un gioco difficile e impegnativo che richiede concentrazione e silenzio.

A quel tempo si giocava anche a bocce con Pepe, Cenzino, i tre Dallara, il papà Spinelli e ancora Walter, Vincenzo e Franco. Il gioco era intenso ma discontinuo, perché appena rientrava un’imbarcazione in porto, si abbandonavano le bocce e ci si affacciava per assistere all’ormeggio infastidendo con consigli inopportuni i malcapitati che, già nelle panie per conto loro, finivano con il confondersi del tutto e chiamavano in soccorso il paziente Oreste.

Con la ristrutturazione del Zircul, è stato eliminato il campo delle bocce per far spazio alle derive e a una area destinata ai giochi dei ragazzi. Così si è cominciato a giocare a bridge e poi è arrivato anche in Italia il buraco (con una sola erre perché significa "buco, spazio concavo, canestra" alias canasta) e tutti si sono entusiasmati perché è semplice ed è giocabile a vari livelli. Così nel tempo la rotonda si è trasformata in una sala giochi per le "babe" e anche per i giovani. Questi ultimi a dire il vero non hanno vita facile perché abituati a strillare come tutti i ragazzi, vengono prima invitati, poi ripresi e infine scacciati dagli adulti.

Tra una mano e l'altra, dalla rotonda si tengono d’occhio il mare e la spiaggia, si controllano i bambini, si osservano gli intrepidi velisti… Nel tardo pomeriggio arriva l’ora dell’aperitivo e il popolo del buraco si avvia altrove, chi a casa e chi a una sedia a sdraio per godere il tramonto, le terre infuocate, un gabbiano che si attarda per l’ultimo tuffo, per poi raggiungere gli altri che si avviano al Mesco.